La stampa a caldo è un processo rilievografico. In questa particolare tecnica di stampa, il progetto è ottenuto dall’effetto combinato tra pressione, calore e distacco. É definita una stampa diretta a bobina (diretta come può essere la stampa flessografica che abbiamo visto nel precedente articolo). È una tecnica antica inventata nel lontano 1892 da Ernest Oeser. Nessun altro processo di stampa, che si tratti di stampa cromolitografica, stampa UV, oppure stampa sublimatica, con la quale è possibile ottenere brillantezza ed effetti metallici che non perdono mai la loro lucentezza (indipendentemente dal supporto – carta, plastica o cartone che sia).
Stampa a caldo: le origini
Nata per opera di Ernest Oeser nel 1892, la stampa a caldo ha conosciuto la sua massima ascesa durante il XIX e XX secolo. Il primo brevetto è stato registrato nel 1892 in Germania. Negli anni ‘50 del XX secolo è diventato un mezzo molto popolare ed apprezzato per stampare il materiale plastico. Questa particolare tipologia di stampa è stata impiegata anche per i componenti elettrici (telai, TV, componenti audio, frigoriferi, ecc…), contenitori per cosmesi (creme, flaconi, mascara, ecc…) e per parti di automobili (materiali interni ed esterni).
Dopo gli anni ‘70 è ufficialmente diventato il metodo preferito e maggiormente utilizzato per la decorazione di prodotti in plastica. Nel 1998 la stampa a caldo diventa il metodo per eccellenza per eseguire la “stampa di sicurezza”(settore dell’industria della stampa che si occupa della realizzazione di banconote, assegni, passaporti, etichette antimonomissione, nastri di sicurezza, autenticazione del prodotto, certificazioni azionari, francobolli e carte di identità).
Come funziona
Nella stampa a caldo pellicole neutre o metallizzate, sono trasferite su oggetti con superfici regolari e si varia composizione. Applicabile a superfici piane, curvilinee, ellittiche, ecc… è una stampa versatile che si presta a mille diverse realizzazioni. Dal vetro, al metallo, dalla carta, alla plastica, la stampa a caldo trova innumerevoli applicazioni. Il concetto che si trova alla base del meccanismo di funzionamento di questa specifica tecnica tipografica è molto semplice.
Il procedimento è ottenuto attraverso un’incisione/cliché, fissata sulla platina e poi riscaldata. La stampa a caldo è chiamata anche stampa foil, e permette di conferire un effetto metallico (colore e consistenza) ad alcune specifiche parti della grafica di uno stampato (loghi e testi). Gli effetti metallici più classici e richiesti sono quelli oro e argento. É possibile però utilizzare altri metalli o colori NON metallici.
A livello pratico consiste nel depositare fisicamente una sottilissima lamina metallica (oro, argento, rame, metallo colorato, ecc…) o di altro materiale apposito e specifico (come ad esempio un foil bianco) sulla grafica da evidenziare (testo o immagine che sia). Il cliché usato è in magnesio o in ottone. Il foil è interposto tra il supporto da stampare e l’incisione/cliché. L’incisione pressa contro il foglio e il calore distacca lo stato colorante del foil, che va ad appoggiarsi sul foglio di supporto.
Questa tecnica non produce di per se rilievo nell’immagine o nel testo. Per ottenere spessore deve essere combinata ad incisioni particolari che generino rilievo nelle immagini finali.
Struttura del foil
Con la stampa a caldo si possono ottenere effetti metallici oro e argento. Ma non solo. I foil sono disponibili in un’ampia varietà di colori ed effetti: marmo, pelle, venature del legno, perlescenza, motivi ripetuti, ologrammi, pigmenti, tinte tenue, con finiture sia opache che lucide.
La maggior parte dei foil è composta da cinque diversi strati:
- base in poliestere
- di rilascio
- di colore
- metallico
- adesivo.
Il primo è usato per proteggere gli altri strati e per consentire l’arrotolamento. Il secondo strato invece permette a tutti gli altri strati di distaccarsi dalla base protettiva, grazie all’applicazione di calore e pressione. Lo strato di colore è quello che contiene i pigmenti organici e inorganici. Si tratta di uno strato lucido o trasparente così da poter usare anche il quarto strato metallico. Lo strato metallico è solitamente composto di alluminio o polveri di PVC. É quello che consente di dar vita al riflesso metallico, lucido o opaco, da ottenere. Infine lo strato adesivo serve a fissare il foil al supporto da stampare.
Le principali caratteristiche dei foil sono: durata, resistenza chimica, resistenza allo sfregamento, alla perdita di colore, fragilità, opacità e aderenza. Tutte variabili essenziali che determinano il successo, o meno, del risultato finale.
La stampa a caldo è ritenuta una tecnica molto versatile di nobilitazione grafica, vale a dire con capacità di valorizzazione delle immagini da stampare.