La parola litografia deriva dal greco e significa: “scrivere sulla pietra”(lithos, che significa pietra, e ghafhé, scrittura). Insieme alla stampa sublimatica, alla stampa laser, o alla stampa UV, fa parte delle tecniche di stampa chimico-fisica delle immagini.
La storia della stampa litografica ha inizio nel lontano 1796 grazie all’iniziativa del monaco austriaco Alois Senefelder, che utilizzò una pietra proveniente dalle vicine cave di Solnhefen (vicino a Monaco di Baviera).
Con il passare del tempo la tecnica si è affinata e ha trovato sempre più largo spazio nel mondo della stampa. In particolare si è affermata e ha riscosso notevole successo, in quello dell’arte. La tecnica infatti permette di ottenere molte copie, anche a colori, di disegni realizzati a mano libera.
Stampa litografica: storia ed evoluzione
Siamo in Germania, nel 1976, quando il monaco austriaco Alois Senefelder, mette a punto, quasi per caso, una nuova tecnica di stampa. Il monaco è il primo ad utilizzare una pietra per realizzare una stampa, che oggi potremmo chiamare, tipografica. La tecnica piacque subito e subito si diffuse. Già dal 1806 conosce una rapida diffusione, tanto che nel 1818 a Parigi, aprono ben cinque diverse litografie. Il successo è tale che nel 1831 gli stabilimenti sono diventati addirittura 59.
La diffusione della stampa litografica non trova ostacoli geografici. Le litografie aprono in Francia, Baviera e Russia. I governi dei rispettivi paesi sostengono lo sviluppo di questa innovativa tecnica di stampa, scorgendo del potenziale commerciale nell’attività.
Non tutti i paesi però si comportano ugualmente. La Gran Bretagna infatti, non solo non sostiene lo sviluppo delle litografie, ma vieta addirittura l’importazione delle pietre litografiche. Nel Bel Paese invece è del 1805, che la tecnica litografica è introdotta a Roma, dal trentino G.Dall’Armi.
La litografia inizialmente era realizzata con macchine antenate della più comune stampa offset. In campo industriale questi macchinari trovarono una rapida diffusione, tanto che furono oggetto di molteplici cambiamenti e miglioramenti. Primo fra tutti la sostituzione della lastra di pietra, con una di zinco. Questa rivoluzione tecnica permise, nel 1840, la costruzione della prima macchina pianocilindrica.
Stampa litografica ed arte: un connubio vincente
Come abbiamo appena detto la stampa litografica trova un grandissimo seguito soprattutto in campo artistico. Sono tantissimi infatti gli autori che decidono di realizzare delle magnifiche litografie. Tra questi possiamo, ad esempio, ricordare: Georges Braque, Marc Chagall, Salvador Dalí, Francisco Goya, Paul Klee, Édouard Manet, Joan Miró, Edvard Munch e Pablo Picasso.
Le litografie rappresentano una possibilità per moltissimi collezionisti. Sono infatti l’esempio perfetto di come sia possibile avere tra le mani un pezzo da collezione riprodotto in edizione limitata, magari numerata e firmata dall’autore, da un’opera originale di pregio.
Come funziona il processo di stampa litografica
Il procedimento di stampa litografica si basa sulla chimica. Chimica che intercorre tra acqua e sostanze grasse o oleose che si respingono a vicenda. Partiamo dall’inizio. Le pietre utilizzate sono quelle delle cave di Solnhofen, in Baviera. Si tratta di pietre in calcare molto particolari, porose e resistenti. Hanno un’elevata capacità di assorbimento dell’acqua. Sono quasi interamente composte da carbonato di calcio.
Per ritenersi perfetta la pietra adatta alla stampa litografica deve essere spessa almeno 6 cm, per evitare il rischio di eventuali rotture, e deve essere perfettamente liscia e levigata. Prima di essere utilizzata la pietra è preparata con cura. Levigata e smussata negli angoli, è resa perfettamente liscia e piana.
La realizzazione del disegno e la stampa
Una volta pronta la pietra, sulla sua superficie è riportato il disegno da stampare con l’ausilio di particolari matite, chiamate “matite saponose”. Si tratta di particolari matite grasse o resinose il cui materiale riesce a rimanere attaccato perfettamente alla pietra. Terminato il disegno, sulla pietra è cosparso uno strato di talco e successivamente bagnata soluzione di acido nitrico e gomma arabica.
L’acido mette in rilievo il disegno, mentre la gomma arabica aumenta la refrattarietà della pietra alle sostanze grasse. Dopodiché la lastra è lavata e lasciata umida. A quel punto è inchiostrata con un rullo. Al passaggio del rullo si avvia la reazione chimica che rende possibile la stampa litografica.
Nelle aree coperte dall’inchiostro, l’acido trasforma il carbonato di calcio presente nella pietra in nitrato di calcio, che ha una proprietà idrofila. Nella parte disegnata, invece, il carbonato di calcio trattiene l’inchiostro.
Il passaggio finale consiste nell’appoggiare il foglio di carta sulla lastra di pietra per trasferire il disegno realizzato. Il primo passaggio permette di ottenere la prima stampa litografica, ma la lastra può essere utilizzata innumerevoli volte, facendo così ottenere diverse stampe.
Cromolitografia
Si tratta di una stampa litografica realizzata a colori. In Litografia è possibile riprodurre fino a
trenta diversi colori per la stessa opera. É una tecnica molto complicata e laboriosa, ma che ha reso possibile l’utilizzo della litografia anche in ambito pubblicitario per la stampa dei manifesti e nel campo dell’illustrazione libraria.
Più colori devono essere riprodotti, maggiore sarà la complessità del lavoro da svolgere. Nella Cromolitografia infatti ogni colore da riprodurre deve avere la propria lastra con il disegno perfettamente riprodotto.
La litografia dei tempi moderni
Con il passare del tempo la tecnica di stampa litografica si è evoluta. La principale modifica apportata al processo riguarda proprio il materiale sul quale è realizzato il disegno da stampare.
La pietra in calcare delle cave di Solnhefen è stata sostituita con lastre di zinco e lastre di alluminio. La litografia ha quindi mutato il nome in “zincografia”. Questa tecnica contemporanea ha visto l’impiego di materiali quali lo zinco, l’alluminio e l’algrafia e ha permesso di semplificare e velocizzare l’intero processo.